Canzoniere Grecanico Salentino, il made in Italy che piace al mondo

di MICHELE CHISENA

La formazione pugliese, fondata nel 1975 e poi protagonista di un formidabile ricambio generazionale, suonerà a Ferragosto allo Sziget Festival di Budapest. “E nel 2015 festeggeremo i quarant’anni di carriera con il nostro 18° album”, racconta Mauro Durante. “C’è già un singolo, ‘Solo andata’, che sostiene l’iniziativa sull’emigrazione realizzata con Erri De Luca, autore del testo. E un video, diretto da Alessandro Gassman”

Per il New York Times il Canzoniere Grecanico Salentino è un “tornado”. E se il New Yorker sostiene che “il gruppo ha pochi pari nella world music contemporanea”, l’Indipendent non nutre il benché minimo dubbio: “È raro che la musica tradizionale suoni così intensa, misteriosa e attuale”. Rassegna stampa a parte, l’interesse internazionale che suscita  il collettivo pugliese forse non trova eguali nella scena italiana. Se si aggiunge che il CGS suonerà a Budapest il 15 agosto sul prestigioso World Stage dello Sziget Festival, uno dei più imponenti eventi musicali al mondo, il quadro che se ne trae è più che definitivo. “Suonare sul quel palco era uno dei nostri sogni irrealizzati. Finalmente quest’anno si avvera anche grazie al sostegno di Puglia Sounds. Tra l’altro, suoneremo alle 20, nel momento clou della kermesse. Siamo a dir poco onorati per aver avuto quella collocazione su un palcoscenico tra i più ambiti per le band di questo genere musicale”, afferma Mauro Durante, violinista e tamburellista del Canzoniere. Non è finita: “Il gruppo nel 2015 festeggerà i quarant’anni con un nuovo disco, il 18esimo. Il produttore artistico sarà Ian Brennan (vincitore di 3 Grammy Award nel settore world music). Le prove sono iniziate da qualche mese. Completeremo il lavoro a novembre. C’è già un singolo, Solo andata, che anticipa il nuovo cd e riguarda l’iniziativa sull’emigrazione realizzata con Erri De Luca, autore del testo. Alessandro Gassman è il regista del videoclip”.

NEL NOME DEL PADRE. Fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante è stato il primo gruppo di musica popolare a essersi formato in Puglia sulla scia degli studi antropologici di Ernesto De Martino applicati alla musica. Dopo il disco d’esordio,Canti di Terra d’Otranto e della Grecia Salentina (1977) e numerosi lavori che lasciano il segno nella musica folk italiana (Come farò a diventare un mito, 1983;Canti e pizzichi d’amore, 2000) il testimone della band passa nelle mani di Mauro Durante nel 2007: si realizza un vero e proprio ricambio generazionale in uno stesso gruppo di musicisti (fatto più unico che raro). “Dal 1975 al 2014, in oltre tre decenni di musica e di storia italiana il Canzoniere è cambiato negli interpreti. Daniele Durante e Rossella Pinto, mio padre e mia madre, ma anche Roberto Licci padre di uno degli attuali membri della band, Emanuele, nel 2007 ci hanno lasciato in eredità il Canzoniere, attraverso un passaggio di consegne tra padre e figlio. Il gruppo è così tornato a nuova vita ringiovanendosi con la scelta dei migliori talenti della scena salentina”. E a giudicare dai risultati ottenuti: Mauro Durante (voce, tamburello, violino), Maria Mazzotta (voce, percussioni), Giulio Bianco (zampogna, armonica, flauti, fiati popolari), Massimiliano Morabito (organetto), Emanuele Licci (voce, chitarra, bouzouki), Giancarlo Paglialunga (voce, tamburello) e Silvia Perrone (danza), nel nome dei padri fondatori hanno portato a termine la missione della diffusione del “potere della taranta” in tutto il mondo. Con una importante precisazione: “Non siamo un gruppo di musica “tradizionale”, non andiamo sul palco vestiti come i nostri antenati, non compiamo operazioni di nostalgia, non siamo fenomeni da museo: per niente. Ecco perché siamo anche aperti alla tecnologia e al digitale e non rifiutiamo l’utilità dei laptop, loop e campionamenti o dei live elettronics: tutto questo per noi non è un ostacolo, anzi è un arricchimento artistico. David Byrne dice che non esiste genio se ci sono confini entro cui muoversi”.

UN MORSO CONTAGIOSO. Il gruppo salentino ha suonato nei più importanti festival mondiali. Dal GlobalFEST di New York al South By Southwest di Austin passando per il Montreal Jazz Festival. La partecipazione lo scorso anno al Womad ha rappresentato un altro prestigioso obiettivo raggiunto. Il Guardian scrisse: “uno dei concerti più esaltanti del Womad 2013 è arrivato dal CGS – un rumore straordinario e inebriante”. “Quella manifestazione è come una Woodstock delle musiche del mondo. Lo scorso anno, prima della nostra esibizione, piovve. Noi suonammo in un tendone. In pochi minuti si riversano 5/6 mila persone che cantavano (anche in salentino) e ballavano felici”. Fioccano anche le collaborazioni con musicisti di rilievo. Su tutti Ludovico Einaudi e l’ex batterista dei Police, Stewart Copeland. “Sono due musicisti molto diversi, entrambi hanno una grande voglia di sperimentare. Con Copeland ci siamo conosciuti a Melpignano quando lui fece il Maestro Concertatore. Poi abbiamo fatto una tournée insieme. Era letteralmente affascinato dalla verve ritmica della pizzica. Spesso facevamo duelli tra la sua batteria e il mio tamburello. È affabile e simpatico. Einaudi ha fatto due edizioni della Notte della Taranta e con lui c’è un rapporto pluriennale fatto di amicizia e grande stima. Il pianista si è messo al servizio di questa musica e del festival di Melpignano donandogli una dimensione internazionale”.

REDUCI DA UN LIVE NELLA FORESTA DEL BORNEO. L’interesse nel mondo per la pizzica e per il folk italiano è alto e costante. Lo dimostra anche il fitto calendario di concerti che il CGS realizza ogni anno. “Siamo appena tornati dalla Malesia. Lì abbiamo suonato in un festival entusiasmante organizzato nella foresta del Borneo”. Non solo all’estero, ma anche in Italia c’è un costante bisogno di ritornare alle radici, anche attraverso la riscoperta di musiche ancestrali e misteriose. “È vero che non esiste più la terapia del tarantismo con tutti i suoi dispositivi rituali e sociali, oggi non sono però scomparsi i ‘demoni’ (la crisi economica con tutte le conseguenze negative: disoccupazione, povertà, disagio sociale, solitudine). La taranta, un ragno, è una personificazione zoomorfa che dall’esterno invade il tuo corpo, ti fa star male e ti possiede: metafora di un male di vivere che esiste ancora, ma in forme diverse”. La Notte della Taranta di Melpignano (la band è di casa) è la sintesi estrema del successo di un’idea culturale vincente. “L’appuntamento di Melpignano viene visto più come un simbolo di riscatto di un territorio: un marchio di identità locale esportato in tutto il mondo”. Mai “morso”  ha fatto così tanto impazzire di gioia.

La Repubblica, 08 luglio 2014

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